Goldberg in Italia
Stimatissimo collega,
Le scrivo sull’onda dell’entusiasmo perché sono certo che Lei desidera essere informato di quanto le sto per narrare. Da pochi giorni è uscito il quarto volume della Clavier-Übung del Maestro Johann Sebastian Bach. Come Lei sa, Bach scrive molto ma pubblica assai poco, a differenza di tanti nostri contemporanei. Credo che sia tanto severo con se stesso quanto è esigente con i suoi allievi; per questo, la notizia di una sua nuova pubblicazione non può che fare molto scalpore fra i connoisseurs, com’egli stesso li chiama.
Si tratta di un volume assai notevole, perché – a differenza dei precedenti – è costituito da una sola opera. Tutti e quattro sono infatti chiamati “esercizi per tastiera” (in effetti, il terzo volume è specificamente per organo), ma ciascuno comprendeva almeno due composizioni diverse (ciò accadde con il secondo volume). In questo caso, Bach ha composto un’Aria di squisita bellezza, dotandola di “diverse varianti”, di verschiedene Veränderungen, in numero di trenta. Ogni terza variatio è un canone, composto con grande abilità, in quanto l’intervallo al quale si propone il canone corrisponde al numero della variatio: così la terza sarà un canone all’unisono, la sesta un canone alla seconda &c.
L’ultima è un Quodlibet, che mi ha fatto immediatamente pensare a Lei, o meglio a… noi! Ricorda quando, da studenti entrambi alla Thomasschule, ci trovavamo nelle serate libere per improvvisare tutti insieme a più voci? A volte venivano fuori delle cacofonie spaventose (soprattutto se avevamo bevuto un po’ troppa birra!), ma a volte i temi si intrecciavano in modo stupendo. Qui Bach ha coordinato vari temi, alcuni di origine popolare, altri desunti dai Corali della nostra Chiesa, che noi tutti conosciamo tanto bene.
Al centro dell’opera si trova un’Ouverture francese, e ciò mi rammenta la seconda parte della Clavier-Übung che a sua volta è un’Ouverture francese. È come se il Maestro Bach avesse voluto inserire un omaggio alla dolce Francia in cui Lei ormai si trova, e alla regalità, magnificenza e solennità che le Ouvertures francesi sempre portano con sé.
Sono certo che questa pubblicazione non potrà che interessarla moltissimo: posso permettermi di acquisirne una copia da mandarle? Mi faccia sapere a giro di posta, e, nel frattempo, mi dia sue notizie: com’è la vita a Parigi? Come va la musica? Il suo violino?
Le confesso che, leggendo lo spartito di queste Variazioni, che tanto spesso sono in tre parti (quasi tutti i Canoni, naturalmente, lo sono), mi è venuta voglia di provare a suonarle con il mio violoncello al Basso, e ho pensato al bel suono del Suo violino per la voce acuta. Ci vorrebbe solo una viola… E naturalmente sarebbe necessario che Lei tornasse qui in Germania o che venissi a trovarla io a Parigi. Non le nascondo che preferirei la seconda possibilità, anche se l’idea di rivederla e suonare con Lei mi farebbe piacere ovunque!
Le giunga, nel frattempo, l’espressione del mio più sincero rispetto e della mia più cara amicizia,
Suo
Paul Weissfeld, musicus
Testo a cura di Chiara Bertoglio