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Suites Inglesi e Francesi II

 

Mein lieber Vater,

Finalmente sono arrivato a Lipsia, dopo un viaggio davvero lungo e faticoso. Non le dico le disavventure, il freddo e tutta la polvere che ho mangiato sulle diligenze… per tacere dei tratti a piedi che talora ho affrontato per risparmiare qualche tallero. Ma in tutto questo non cessavo di essere grato a Dio e a lei, caro padre, per l’opportunità che ho di studiare la musica con il grande maestro Bach.

Ieri l’ho incontrato, appena sono arrivato in città. Mi ha accolto in casa sua, presso la Thomaskirche e la Thomasschule. Mi ha fatto immediatamente sedere al clavicordo perché gli dessi un saggio delle mie capacità. Io volevo mostrargli la lettera di presentazione che il nostro organista mi aveva scritto per lui, ma lui ha risposto che dalla lettera non avrebbe potuto scoprire più di quanto la mia esecuzione gli avrebbe rivelato. Gli ho suonato alcune delle mie Fantasie – anche se avevo le dita ancora rigide e infreddolite – e mi ha detto che non ero privo di talento e che con molta disciplina e impegno avrei potuto diventare un bravo musicista al servizio del Signore e della comunità.

Mi ha subito dato da studiare dei brani che ha composto qualche anno fa, attorno al 1722. Si tratta di una serie di Suites che, a quando mi ha detto Herr Bach, dovrebbero darmi diletto e istruzione in egual misura. Mi ha colpito quest’affermazione perché non avrei detto che fosse uno che si preoccupava del diletto degli studenti; però, in effetti, basta vedere il sorriso che ogni tanto gli illumina il volto quando vede che i suoi studenti si impegnano per capire che non è burbero come lo si dipinge.

Non ho resistito e mi sono subito messo a studiare le Suites. Sono davvero gradevolissime; non eccessivamente difficili e lunghe (mi ha detto, Herr Bach, che ne ha delle altre più complesse, con dei lunghi Preludi, che mi assegnerà più avanti), ma con momenti di virtuosismo e di grande espressività. Mi ha colpito in particolare la seconda Suite, in do minore, che alterna momenti di grande Empfindsamkeit ad altri di brillante vivacità. Non vedo l’ora di impararle tutte.

Certamente, se Herr Bach mi darà sempre brani come questi da studiare, mi sarà ancora più facile tener fede alla promessa che le ho fatto, mio caro padre, nel congedarmi da lei: di essere uno studente degno dei sacrifici che lei e la mia cara madre fate per farmi studiare, e di impegnarmi al massimo per poter diventare un buon musicista secondo i doni ricevuti dal buon Dio.

Ora la saluto, baciandole rispettosamente le mani e salutando con tanto affetto la mia cara Mutter.
Con filiale devozione,

Hans-Joachim Berger

Testo a cura di Chiara Bertoglio

Lettura ad alta voce che introduce il concerto del 18 Novembre a cura di Giancarlo Adorno allievo della Associazione  YOWRAS - Young Writers and Storytellers 

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